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IL CRIMINE DI ISRAELE CONTRO I PACIFISTI

giugno 3, 2010

La notte fra il 30 ed il 31 maggio una notizia scioccante è rimbalzata attraverso il web in tempo quasi reale. La notizia è che le forze armate israeliane hanno attaccato, ed aperto il fuoco, fuori dalle acque territoriali di Israele, contro la “Freedom Flottilla”, la flotta di imbarcazioni cariche di aiuti per la popolazione palestinese che alcune Organizzazioni non Governative di vari Paesi stavano guidando verso il medio oriente.

Il bilancio dell’assalto è pesantissimo: almeno 10 morti e una trentina di feriti fra i pacifisti, mentre sono 480 i volontari attualmente in arresto presso le autorità israeliane; 6 di loro sono italiani.

Questo atto di violenza compiuto dalla marina di Tel Aviv assume i contorni di un vero e proprio crimine, compiuto contro persone che hanno la unica colpa di voler portare soccorso ad altre persone stremate dalla politica di dominio coloniale israeliano sulla Palestina.

Il Governo Netanyahu si è giustificato dicendo che l’arrembaggio dei soldati israeliani alla nave dove si è consumato il delitto è stato accolto da alcuni degli occupanti armati di bastoni. Anche qualora ciò corrispondesse a verità, sarebbe comunque inconcepibile una risposta tanto spropositata da parte dei militari. Qualche bastone non equivale alle raffiche di mitra.

Le reazioni in tutto il mondo sono state molto forti. Tutti, dai singoli cittadini che hanno diffuso il loro sdegno e la loro rabbia attraverso internet, ai capi di Stato e di Governo, hanno condannato l’attacco israeliano come una violenza brutale e gratuita. Anche all’interno dello stesso Paese ebraico si sono registrate forti critiche nei confronti delle forze armate.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha elaborato una risoluzione di condanna per, la condotta di Israele, di “atti che hanno portato alla perdita di vite umane nell’incidente” di ieri. Con una dichiarazione letta dal suo presidente, l’ambasciatore del Messico Claude Heller, il Consiglio Onu chiede “di lanciare senza ritardi un’indagine imparziale, credibile e trasparente, conforme ai criteri internazionali”. Il Consiglio di Sicurezza, inoltre, richiede “la liberazione immediata delle navi e dei civili detenuti da Israele”. La risoluzione non è costrittiva ma è stata adottata all’unanimità dai membri del Consiglio.

Dal canto suo il ministero della Difesa di Tel Aviv ha dichiarato che sarà impedito l’ingresso a Gaza a qualsiasi nuova nave di aiuti.

Purtroppo, in mezzo al coro di condanna il sottosegretario agli Esteri del Governo italiano, Alfredo Mantica, ha dichiarato che il viaggio della Flotta della Libertà era “una voluta provocazione” e la reazione israeliana era inevitabile“un’illusione” quindi pensare che Israele non reagisse, visto che “il principio della rappresaglia israeliana e’ un principio conosciuto nel mondo” .

Crediamo che un politico che rilasci dichiarazioni del genere, non possa essere degno di partecipare al governo dell’Italia. Dovrebbe essere immediatamente rimosso dal suo incarico Evidentemente non siamo gli unici a pensarla in questo modo, dal momento che il 1 giugno, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha approvato un Ordine del Giorno per chiederne le dimissioni; lo riteniamo un fatto significativo, anche se la notizia non ha avuto risalto sulla stampa..

Ma la vergognosa volgarità culturale ed umana cui siamo stati costretti ad assistere nel nostro Paese non finisce con Mantica. Suscita infatti sdegno e rabbia l’infame posizione assunta dal quotidiano “Il Giornale”, il quale, il giorno dopo l’assalto, in prima pagina, titolava: “Israele ha fatto bene a sparare. – Dieci morti fra gli amici dei terroristi”. L’inqualificabile Feltri continua la sua opera di diffusione di odio e violenza, menzogne e calunnie. Che non potesse essere considerato un giornalista lo avevamo chiaro da tempo, ma che potesse arrivare a tali disgustose bassezze per vendere qualche copia in più del suo giornalaccio, e difendere a spada tratta un sistema politico internazionale basato sull’oppressione e sulle vicendevoli complicità dei potenti, ha stupito anche noi.

Ecco il titolo de "il Giornale" relativo alla vicenda

La soluzione da applicare nei suoi confronti, come nei confronti del Governo israeliano dovrebbe essere la medesima: l’isolamento.

Se le Nazioni Unite come Istituzione, ed i suoi componenti come singoli stati, hanno a cuore la giustizia e la pace, dovrebbero prevedere severe sanzioni per lo stato ebraico, in modo da isolarlo sul piano internazionale.

Se è stato fatto in passato ai danni del Sudafrica colpevole dell’apartheid, dovrebbe essere fatto ora ai danni di Israele, che, oltre ad attuare una segregazione razziale forse anche più dura dell’apartheid stessa, ora si è macchiato di un delitto contro liberi cittadini di altre nazioni, che si stavano recando a Gaza con intenzioni pacifiche.

2 commenti leave one →
  1. almedrc permalink
    agosto 10, 2012 11:32 am

    ISRAELE deve difendersi dai terroristi che si chiamano pacifisti falsi

    • brugheriofutura permalink*
      agosto 12, 2012 2:56 am

      Israele non deve difendersi dai palestinesi.Israele aggredisce i palestinesi. È diverso.

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