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REFERENDUM 17 APRILE 2016, NOI VOTIAMO SI!

aprile 13, 2016

Anche se la televisione e grandi mezzi di comunicazione ne parlano molto poco, domenica 17 aprile in Italia si vota. 

Si vota per un referendum, il referendum sulle trivelle.

 

Di cosa si tratta? Come tutti i referendum in Italia quello del 17 aprile è un referendum abrogativo, cioè serve ad eliminare una legge.

 

Per la precisione viene chiesto agli italiani se vogliono eliminare una parte di una legge che, secondo chi promuove il Referendum, risulta dannosa per il Paese ed i suoi cittadini.

 

In questo caso la legge in questione consente che le stazioni per la estrazione di idrocarburi (petrolio e gas) con titoli abilitativi già rilasciati e posizionate entro le 12 miglia marine, possano proseguire le loro attività anche oltre la data di cessazione della loro autorizzazione, fino all’esaurimento del giacimento.

 

Ad esempio, oggi, se una stazione per l’estrazione del petrolio in mare, possiede un’autorizzazione ad operare fino al dicembre del 2020, grazie alla legge in vigore, essa può andare avanti a estrarre idrocarburi fino a che il giacimento non si è esaurito, indipendentemente dalla data dell’autorizzazione.

 

Un bel regalo per le società petrolifere, che oggi possono permettersi di estrarre gli idrocarburi, bene di proprietà dello Stato, senza avere alcun limite di tempo!

 

Votando Sì a questo referendum si chiede di eliminare questa norma; di conseguenza, in caso di vittoria del Sì, la suddetta piattaforma autorizzata fino al 2020 dovrebbe chiudere le attività una volta scattato quel termine.

 

Se vince il No la situazione rimane quella attuale, molto permissiva a vantaggio delle società petrolifere.

 

Noi di Brugherio Futura crediamo che sia importante andare a votare a questo Referendum e voteremo Sì.

 

Voteremo Sì perché le trivelle per l’estrazione degli idrocarburi di cui sono disseminate la terraferma ed il mare del nostro Paese sono l’espressione di un modello energetico vecchio, e costoso, basato sui combustibili fossili, che sta tuttora frenando lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’attuazione di una seria politica di efficienza energetica.

 

In Italia sono 144 le concessioni per lo sfruttamento di gas e petrolio, fra terraferma e (soprattutto) mare, oltre ai 113 permessi di ricerca rilasciati.

 

Le trivelle sono pericolose per l’ambiente perché generano inquinamento e sono spesso soggette ad incidenti (basti pensare ai danni per le fuoriuscite di greggio in mare, o quelli causati dalle ricerche con la tecnica dell’air gun, il cannone ad aria compressa, che sconvolge l’ecosistema marino).

 

Noi invece riteniamo che il territorio, quindi anche il mare, debbano essere salvaguardati perché sono la vera ricchezza di questo Paese e sono fondamentali sia per la salute dei cittadini sia per consentire uno sviluppo economico amico dell’ambiente e della natura.

 

Coloro che sono favorevoli le trivelle cercano di convincere la gente che la vittoria del Sì significherebbe perdere posti di lavoro ed essere ancora più schiavi dell’importazione idrocarburi dall’estero.

 

Queste sono due grosse bugie; infatti uscire gradualmente dalla dipendenza del petrolio e del idrocarburi e orientare il sistema energetico italiano all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e ad una maggiore efficienza energetica creerebbe molti posti di lavoro di quelli che attualmente sono garantiti delle trivelle, e si tratterebbe di posti di lavoro operanti in un’economia virtuosa, e sostenibile ecologicamente ed economicamente.

 

Di fatto, nessun posto di lavoro è a rischio per colpa del referendum. Il settore dell’estrazione di idrocarburi è in crisi e vede diminuire i suoi occupati già da anni, perché è un settore che non ha mai puntato sull’innovazione e perché i consumi di gas e petrolio sono in riduzione da anni.

 

Inoltre, se vince il Sì, le piattaforme non chiuderanno ma saranno ripristinate le scadenze delle concessioni rilasciate, esattamente come previsto prima della Legge di Stabilità 2016.

 

Le stazioni di estrazioni in Italia hanno un numero di occupati attorno alle 9000 unità; se invece lo Stato investisse seriamente nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza si potrebbero generare 600mila posti di lavoro.

 

Inoltre il quantitativo di petrolio e di gas che sarebbe possibile estrarre da tutte le trivelle l’Italia se potessero continuare a funzionare fino all’esaurimento di giacimenti è una quantità molto ridotta; le piattaforme entro le dodici miglia, forniscono il 3% dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di quelli di petrolio; se si conteggiano tutte le riserve presenti nei nostri fondali marini si arriva a 7,6 milioni di tonnellate di petrolio, (calcoli del Ministero dello Sviluppo Economico): un quantitativo che coprirebbe la richiesta nazionale per sole sette settimane; aggiungendo le riserve su terraferma si arriverebbe a 13 mesi.

 

Per quanto concerne il gas, esso è presenti in quantità maggiori, (53,7 milioni di metri cubi), ma comunque abbastanza ininfluenti sul bilancio energetico italiano.

 

Questo è quello che dicono i dati scientifici; il resto è propaganda del Governo e delle lobby di cui esso è al servizio.

 

Noi chiediamo agli italiani di andare a votare il 17 aprile e di votare Sì.

 

È importante per l’ambiente del nostro Paese, ed è importante anche per la democrazia, perché il referendum sono un’arma attraverso la quale i cittadini possono esprimere il proprio parere e orientare in modo diretto la politica di chi ci governa.

 

Il fatto che il governo Renzi e il Partito Democratico si siano espressi invitando gli italiani ad astenersi, è il chiaro esempio di come questi signori di democratico abbiamo solo il nome.

 

Se fossero realmente convinti della bontà dell’ora comincia azioni avrebbero il coraggio e la dignità politica ed istituzionale di difenderle e di invitare i cittadini a esercitare il proprio diritto.

 

Andare a votare significa anche questo, dimostrare a chi ci governa che noi italiani abbiamo a cuore questo Paese, e non siamo disposti a tollerare che i potenti lo trattino come una loro proprietà personale. 

  

   
SE NON VUOI LE TRIVELLE, IL 17 APRILE VAI A VOTARE E VOTA Sì!

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